venerdì 18 luglio 2008

Clamoroso sondaggio: un terzo degli elettori con gli “estremisti” di piazza Navona

Micromega.net, 14.07.08
Renato Mannheimer ha pubblicato sul “Corriere della sera” del 13 luglio un sondaggio clamoroso sulla manifestazione di piazza Navona. Sulla base di un campione rappresentativo – per sesso, età, titolo di studio, professione, area geografica, ampiezza del comune di residenza - dell’intero corpo elettorale, solo il 55.3% giudica la manifestazione negativamente, il 15,3% non esprime giudizi, e un incredibilmente alto 29,4% la giudica positivamente. Si badi, questi giudizi non vengono espressi sulla base di una conoscenza diretta di quanto avvenuto a piazza Navona (una diretta tv, per esempio), ma di una informazione (per la maggior parte degli italiani esclusivamente televisiva) che ha violentemente manipolato e distorto i fatti, ha “demonizzato” l’evento, ha cancellato come inesistente la maggior parte degli interventi, e ha ridotto quella che – se fosse giornalismo - dovrebbe essere una cronaca imparziale, ad alcune battute estrapolate da due interventi di due comici. Malgrado questo, malgrado la tv abbia fatto di tutto (e di più) per presentare la manifestazione come ignobile, vergognosa, estremista (senza mai dire nulla dei suoi veri contenuti), le cifre del giudizio del corpo elettorale lasciano felicemente sbalorditi. Proviamo a confrontare i numeri di Mannheimer con i risultati elettorali di alcuni mesi fa. Il 15,3% che si astiene dal giudizio corrisponde, se si votasse, a chi non si reca alle urne, o vota scheda bianca e scheda nulla. Perciò il 29,4% che approva la manifestazione equivarrebbe, in termini di voti validi, al 34,7%. Il partito di Veltroni, alle scorse elezioni, ha ottenuto il 33,2.Altro che estremisti isolati, dunque. Oltre un terzo del corpo elettorale che si esprime, sta dalla parte di piazza Navona. Neppure ai tempi di piazza san Giovanni nel 2002 il riscontro di opinione era stato tanto positivo. E allora i cittadini avevano potuto seguire la manifestazione in diretta su “La7” e i telegiornali, benché non abbiano praticato neppure allora una “imparzialità anglosassone”, erano restati ben lontani all’indecenza di manipolazione del TgUnico dei giorni scorsi. Ma ancora più clamorosi sono i dati di Mannheimer nella loro forma disaggregata, riferita ai vari settori del corpo elettorale. Sempre trascurando gli astenuti, e quindi ricalcolando le percentuali in relazione ai soli “voti validi”, il 23% degli elettori leghisti (praticamente uno su quattro!) “vota” per piazza Navona. E a favore della manifestazione si esprime perfino il 14% degli elettori di Berlusconi/Fini (probabilmente molti di più tra gli ex di Alleanza nazionale che non di Forza Italia). E’ evidente, insomma, che un’opposizione coerente e intelligente, capace di mostrare come “giustizialismo” e “garantismo” siano due facce di una sola medaglia, quella di una intransigente POLITICA DELLA LEGALITA’, può strappare consensi popolari, di massa, nello schieramento opposto, tra cittadini illusi dalle sirene populiste ma rapidamente delusi (se l’opposizione si oppone, anziché dialogare e offrire puntelli) dalla evidente logica dell’interesse “particulare” di Berlusconi a cui si piega tutta la sua coalizione. Infine, tra noi “estremisti” di piazza Navona (ripeto: nella versione demonizzante delle tv) e Veltroni che quella manifestazione condanna, la maggioranza degli elettori di Veltroni non ha dubbi, sta con piazza Navona, 48,2 contro 39,2, il che, ricalcolato senza tener conto del 12,4 di astenuti, significa 55% con piazza Navona contro il 45% col segretario del Pd. Che dunque, contro un candidato di piazza Navona, perderebbe oggi le primarie dentro il suo stesso partito! Chi ha parlato di fallimento della manifestazione, e di irresponsabilità di chi l’ha promossa, ha materia su cui riflettere, se gli resta ancora qualche oncia di buonafede. Perché un conto è sostenere che in una manifestazione politica si preferirebbe ascoltare certi accenti e toni piuttosto che altri, fin qui siamo nel campo delle preferenze soggettive (io stesso ho le mie, molto nette). Un conto è parlare di fallimento e di irresponsabilità, con il che, in genere, si pretende di dare un giudizio “oggettivo”, che trascura le intenzioni (anche le migliori) e guarda alle conseguenze, ai risultati (voluti o non voluti, previsti o non previsti: non averli saputi prevedere costituirebbe, appunto irresponsabilità). I risultati sono ora sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Mannheimer ne sembra impressionato, e riconosce che “un orientamento critico verso l’operato del Cavaliere … sta emergendo anche all’interno della maggioranza” il che “rappresenta un fatto nuovo nel panorama politico che si è evidenziato proprio a seguito dell’evento di piazza Navona” (sott. mia). Tutto questo grazie all’impegno di quattro gatti per un paio di settimane, impegno che è bastato a far da catalizzatore alle infinite energie sopite della società civile democratica, che si sono rapidamente auto-organizzate con generosità e sacrificio personale. Che cosa potrebbe fare un’opposizione degna del nome, con le gigantesche risorse del Pd e non dei quattro gatti, lo capisce chiunque. Ecco perché ho parlato tante volte di “inciucio per omissione”. Ma temo che ora Veltroni, D’Alema, Rutelli, di nuovo in reciproco sgambetto permanente, abbiano deciso qualcosa di peggio: l’alleanza organica con il Partito di Cuffaro (pseudonimo: Udc). Speriamo che i militanti del Pd sappiano - prima che il Pd sia definitivamente ingaglioffito a nuova Dc - lanciare l’ultimatum: “Usque tandem abutere patientia nostra ?”.
[articolo di Paolo Flores d'Arcais]

1 commento:

Unknown ha detto...

I cittadini in ostaggio
di MAURIZIO CROSETTI


GIU' DAL TRENO, prego: devono salire gli ultrà. La lunga stagione del calcio malato ricomincia con una storia incredibile, con una resa incondizionata ai violenti, con un sopruso nei confronti di centinaia di cittadini che volevano tornare a casa dalle vacanze.

Volevano farlo in treno, il mezzo più semplice e antico, il più sicuro, volevano partire da Napoli e arrivare a Torino, o magari scendere a Roma, o a La Spezia, o a Genova. Avevano il biglietto, si erano già seduti e aspettavano. Poi sono arrivati i selvaggi, le bestie della curva, molte delle quali a viso coperto come banditi, come pirati incappucciati: e il posto sul treno se lo sono preso loro.

Impotenti le Ferrovie, la Questura, la Polizia: per evitare il peggio ne hanno certificato un altro, legittimando la legge della giungla. E cioè: sul treno rimangono gli ultrà, mentre i viaggiatori semplici e disarmati, quelli che non sfasciano scompartimenti (500 mila euro di danni), bagni, stadi, quelli che non urlano slogan deliranti e non salutano col braccio teso sono stati gentilmente invitati a scendere e a "trovare altre soluzioni" (il deltaplano, il teletrasporto?).

Parapiglia, spintoni, grida varie. Risultato: quattro ferrovieri contusi, poi la mandria parte e va a fare danni allo stadio Olimpico in Roma, invece di essere presa dai poliziotti alla stazione Termini e portata in qualche caserma, come sarebbe stato opportuno.
Doveva essere la prima giornata del calcio nella stagione del dialogo, della tolleranza con riserva: tutti gli stadi aperti, tutte le trasferte permesse.

Una linea di credito aperta dal Viminale nei confronti del tifo estremo perché magari capisse, e partisse bello quieto per non farsi di nuovo togliere le sue amate curve, quei luoghi di impunità dove sfogare frustrazioni di vite sbagliate. Ma i mille ultrà del Napoli hanno dimostrato subito che dare fiducia a certa gente è sbagliato, oltre che inutile, e penalizza gravemente la società civile.

Da oggi, trasferte di nuovo blindate e curve militarizzate, con enorme esborso di pubblico denaro. In sostanza, il calcio dei violenti sarà arginato grazie al denaro dei contribuenti, cioè quelle stesse persone che ieri i violenti hanno sbattuto giù dal treno. Non è proprio un cerchio che si chiude, ed è comunque un'ingiustizia.

La cosa che più sorprende, proprio perché la più prevedibile, è la resa incondizionata da parte dello Stato. Perché si sapeva da tempo che il 31 agosto, giorno del grande rientro dalle ferie, avrebbe intasato le stazioni ferroviarie creando ingorghi di viaggiatori e tifosi, vacanzieri e ultrà. Ma oltre un generico invito a non usare certi treni non si è andati, come se poi fosse possibile cercare facili e rapide alternative.

E una volta arrivati nel cuore del caos, tra fumogeni e insulti, si è preferito non applicare la legge in difesa del cittadino ma governare la mandria dandole di fatto ragione, autorizzandola a cacciare gli altri dagli scompartimenti. Un precedente gravissimo che racconta uno Stato assente, e che legittima simili tentativi futuri. Coraggio, amici ultrà: fate quello che volete, organizzatevi, prendete spranghe e bastoni. Siete più numerosi e più cattivi, dunque avete ragione voi. Dove, il prossimo agguato? Perché non all'ospedale, ai grandi magazzini, in qualche cinema? Come dite, non avete il biglietto? Non sarà mica un problema.

"I numeri non ci hanno aiutato" spiega il questore di Napoli: una frase che adesso pare una barzelletta. Perché dovrebbe essere la legge ad aiutare il cittadino, non il gioco dei numeri e il suo uso violento. I padroni abusivi del treno, proprio di quei numeri si sono fatti forza, e scudo. E allo stadio, cancelli sfondati. Alla fine, pure un accoltellato e un tizio preso con un martello in mano.

Anche se le parole più drammatiche sono quelle della mamma che voleva salire su quel treno, e ne è stata invece cacciata, perché doveva portare il figlio all'ospedale Gaslini di Genova per una visita medica importante. La prossima volta, ci vada in automobile. O scelga un ospedale diverso, in un altro Paese, dentro uno Stato in cui la gente normale non è ostaggio delle bestie da stadio.
In ostaggio la stazione. Passeggeri costretti a cambiare treno, 4 controllori contusi
All'Olimpico incidenti e arresti. Accoltellato ad una gamba un tifoso napoletano
Ultrà del Napoli padroni del treno
Ferrovie: "Danni per 500.000 euro"
Tafferugli a Termini. Cariche della polizia. Maroni chiede chiarimenti al questore di Napoli

NAPOLI - Ritorna il campionato, e ritorna la violenza. Fazzoletti sul volto, brandendo bastoni e lanciando petardi, mille e cinquento ultrà del Napoli hanno assediato la stazione ferroviaria stamane alle 9. Hanno preso in "ostaggio" un treno e centinaia di passeggeri sono stati costretti ad abbandonare gli scompartimenti spaventati dalle loro violenze. Sotto gli occhi della polizia in assetto antisommossa.

Al rientro dalla capitale, nuovi tafferugli sono scoppiati nella stazione Termini: l'esplosione di un grosso petardo ha provocato un fuggi fuggi tra i passeggeri, mentre scontri con la polizia e il personale delle Ferrovie si sono accesi quando i supporter partenopei sono saliti sul treno senza pagare il biglietto. Un tifoso è rimasto ferito ad una mano. La Polizia ha caricato i tifosi ma la tensione in stazione si è dissolta solo pochi minuti prima delle 23 quando l'ultimo treno per Napoli, con lo scaglione finale dei tifosi partenopei, ha lasciato Termini.

Lungo il viaggio di andata, da Napoli a Roma, i tifosi hanno devastato le carrozze, strappato le tendine; tagliato i sedili; infranti i finestrini e danneggiato i bagni. Alla fine, le Ferrovie hanno contato danni per 500.000 euro su 11 delle 15 vetture occupate dagli ultrà. Il ministro all'Interno Roberto Maroni ha chiesto chiarimenti al questore di Napoli. Martedì convocato il neocomitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. E si riaccende il dibattito sulla sospensione delle trasferte. Il Sindacato autonomo di polizia Sap chiede una risposta dura: "Stop alle trasferte e punire le società".

I DANNI SUL TRENO

Alla stazione di Napoli, stamane la folla di ultrà lanciava urla e minacciava violenze. Quattro controllori delle Ferrovie sono stati aggrediti e costretti a farsi medicare al pronto soccorso. Molti passeggeri hanno dovuto posticipare l'arrivo a casa di mezza giornata per colpa delle selvagge intemperanze dei tifosi napoletani. Nell'ultimo week end di agosto, in un giorno di controesodo da bollino rosso, il traffico ferroviario è piombato nel caos: treni in ritardo, coincidenze saltate, prenotazioni annullate.


LE IMMAGINI DEI DISORDINI NELLE STAZIONI

Per le Ferrovie non avrebbero dovuto salire sul treno quei tifosi perchè non avevano biglietto. E' stata un'ordinanza urgente della Prefettura di Napoli a prescrivere all'azienda di farli viaggiare. "Motivi di ordine pubblico", ha scritto il Prefetto. Così le Ferrovie hanno aperto gli sportelli agli ultrà e hanno addirittura consigliato ai passeggeri che erano già sul convoglio ed erano diretti a Torino di scendere e trovare "un'altra soluzione".

Sono stati "cacciati" in 300, costretti a cambiare orario e convoglio: "Dinanzi a migliaia di tifosi che inveivano, non abbiamo avuto alternativa - ha detto Alberto, ingegnere alla Fiat - ma è una vergogna: una stazione presa in ostaggio da un gruppo di facinorosi". "Stavo andando a Genova, all'ospedale Gaslini, con mio figlio che è malato", ha spiegato Anna, giovane mamma napoletana. "Siamo dovuti scendere. Ma questo non è giusto, è umiliante, costretti ad abbandonare un treno per far posto a dei violenti che non hanno neppure il biglietto". Sul treno assalito dai tifosi, c'era anche chi rientrava a casa perchè domani riprenderà il lavoro: "Sono dalle cinque del mattino in piedi e chissà quando arriverò. E' incredibile e disonorevole per uno Stato come il nostro".

La mediazione è durata ore: il questore di Napoli, Antonio Puglisi, ha parlato con i leader dei tifosi a lungo per convincerli a desistere, ma non c'è stato nulla da fare: alla fine i tifosi sono saliti sul treno senza biglietto. L'Intercity è partito a mezzogiorno e mezzo con quattro carrozze in più e 1.200 tifosi scalmananti, lasciando a terra migliaia di passeggeri inferociti. Il già difficile equilibrio degli orari ferroviari, sotto pressione per la giornata di grande rientro, è saltato: i ritardi sono saliti a 30, 50 minuti; molte coincidenze sono saltate.

Sono arrivati a Roma Termini che la partita era già iniziata. Le scene di delirio si sono ripetute. La polizia ha contenuto gli ultrà ma non ha potuto impedire che lanciassero petardi nei corridoi della stazione e proferissero contro la squadra avversaria minacce ed inni di guerra. All'Olimpico hanno sfondato i cancelli, sono entrati in gradinata brandendo i bastoni per le bandiere come fossero armi, continuando a lanciare fumogeni mentre scandivano slogan contro la Roma e annunciavano che avrebbero "spaccato tutto". E nell'intervallo della partita, un tifoso napoletano è stato accoltellato ad una gamba, per fortuna non gravemente. Arrestati quattro tifosi.

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A questo punto la mia domanda sorge spontanea:

Ma il Ministro Maroni non dovrebbe chiedere la sospensione del Questore di Napoli, incapace di difendere i cittadini civili ed onesti, incapace di far tornare la situazione nella normalità, arrestando tutti i facinorosi e criminali napoletani invece di impedire nuove trasferte???

Troppo facile impedire le trasferte, più complicato applicare la Legge (I violenti vanno puliti NON lasciati in libertà) ... ...

Sapere di avere un Ministro dell'Interno senza palle mi preoccupa molto... ...

Un saluto.

Alessandro.