lunedì 23 giugno 2008

Cosa dicono di noi......

The Guardian, 13.5.08
Compromessi dal compromesso.
L'opposizione in Italia si é unita all'attacco di un giornalista che ha criticato il nuovo presidente del Senato. Non ha imparato nulla dall'avere giá avuto a che fare con Berlusconi ?
Non si é dovuto attendere molto per avvertire l'effetto della vittoria di Berlusconi sui media italiani. Domenica il presentatore di un talk show era in piedi davanti alle telecamere della RAI, la televisione pubblica italiana, chiedendo scusa alla nazione.
"Offendere non é nel mio stile", Fabio Fazio ha detto agli ascoltatori, "quindi quando succede, posso solo scusarmi".
É stata una scena degna della grande rivoluzione culturale (quella lanciata in Cina nel '66 da Mao, ndr).
Fazio si stava riferendo ad un episodio della sera precedente, avvenuto mentre intervistava un amico giornalista, Marco Travaglio.
Una delle prime designazioni di Berlusconi dopo essere salito al potere é stata quella del presidente del Senato. E´una posizione chiave in Italia perché é la seconda carica dello Stato, seconda solo al presidente della Repubblica. Se quest'ultimo muore - ed il presidente in carica, Giorgio Napolitano, ha 82 anni- il presidente del Senato diventa il capo dello stato.
La scelta di Berlusconi per questo posto illlustre é ricaduta su Renato Schifani, un avvocato siciliano. Travaglio si chiedeva a voce alta sul perché nessuno dei principali quotidiani avesse menzionato il fatto che Schifani aveva avuto "amicizie con i mafiosi".
C'é stata, naturalmente, la forte protesta della destra. Uno dei ministri di Berlusconi ha parlato di "imboscata indecorosa" al presidente. Un membro del parlamento ha detto (significativamente) che il premier dovrebbe cacciare Travaglio dalla RAI. Si é anche suggerito che le parole del giornalista facciano parte di una cospirazione.
Ma quello che nessuno degli amici di Schifani ha detto é che le parole di Travaglio siano state false. Ci sono, infatti, due aree controverse nel passato del nuovo presidente del Senato, e se ne é parlato recentemente in due libri, di uno dei quali Travaglio é co-autore.
I libri affermano che, negli anni '80, Schifani era in affari con una compagnia in cui figuravano due uomini piú tardi condannati per mafia. Uno era un vero e proprio "padrino", nella cittá di Villabate. Negli anni '90, il futuro presidente del Senato vinse un contratto per lavorare per le autoritá locali lí, in un momento in cui tutto era nelle grinfie di cosa nostra. Il consiglio municipale fu in seguito sciolto per infiltrazioni mafiose.
Bisogna fare notare che Schifani non é mai stato indagato per nessun reato mafioso, nemmeno lontanamente. In entrambi i casi, il collegamento a cosa nostra dei suoi compagni di affari e delle autoritá locali, rispettivamente, venne alla luce solo dopo il suo coinvolgimento con loro. Non c'é motivo di supporre che Schifani fosse stato a conoscenza delle oscure connessioni di queste persone durante le sue relazioni con loro.
Ma sarebbe comunque opportuno mettere in discussione il suo giudizio, specialmente poiché gli é stata appena assegnata una carica cosí importante. In molti paesi, immagino, il presidente sarebbe stato invitato alla prossima puntata del programma per spiegare come si fosse trovato in contatto con gente di questo tipo. Invece, la RAI si é scusata per averlo offeso.
Schifani, da parte sua, ha detto che le accuse di Travaglio erano basate su "fatti inconsitenti o manipolati, nemmeno degni di generare sospetti", ed ha aggiunto che "qualcuno vuole sabotare il dialogo tra governo e opposizione". Questi suggerimenti sono un altro aspetto di questo bizzarro racconto.
Avrete pensato che l'opposizione di Berlusconi di centro-sinistra abbia colto l'occasione per mettere in imbarazzo il presidente del Consiglio ed il suo team. Neanche lontanamente. Con la sola eccezione di un ex-magistrato anticorruzione, Antonio Di Pietro, si sono tutti schierati con Schifani contro Travaglio. Il capogruppo al Senato del centro-sinistra ha detto che le parole del giornalista erano "inaccettabili" e condannava il fatto che Schifani non fosse stato presente per avere la possibilitá di difendersi.
L'opposizione, non per la prima volta nella recente storia italiana, spera di chiudere un accordo con Berlusconi. Spera di fargli accettare una serie di riforme, inclusa quella elettorale, che ritiene vitali per il futuro della nazione. Quindi non vuole fare nulla che potrebbe indispettire o -per usare le parole di Fazio- "offendere" il nuovo premier italiano.
Ci siamo giá trovati in questa situazione prima. Alla fine degli anni '90, quando la sinistra era al governo, alcuni dei suoi dirigenti hanno pensato di poter raggiungere un accordo con Berlusconi su alcuni cambi costituzionali. Ma le negoziazioni erano diventate cosí lunghe e complicate, e la collaborazione di Berlusconi era ritenuta cosí importante, che la sinistra si dimenticó di mantenere la promessa di fare una legge per regolare il conflitto di interessi di Berlusconi tra i suoi ruoli come magnate della TV e leader politico. Alla fine, i cambi costituzionali non si fecero neppure. E Berlusconi é tornato al potere con il suo impero mediatico intatto.
Pensavate che avessero imparato qualcosa dal passato ?
[articolo originale di John Hooper]

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